Il treno

Ho preso il treno. Sono andata via. Ho inseguito il mio sogno. Ho immaginato il mio arrivo in un luogo fantastico. Ho visto realizzare i miei progetti. Ho pianto, quante volte ho pianto, per la fatica, per il sudore. Il sacrificio è stato tanto. Ho fatto tanto, ho avuto, ho costruito. La strada è ancora lunga. Il treno prosegue, percorre una strada già tracciata e farà tante fermate. Quando mi fermo, osservo, considero e guardo ciò che mi circonda. La sosta mi fa prendere fiato, ossigena la mia mente, aiuta a considerare il divenire.

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Graziella Rulli Scritto con WordPress

UMBERTO ECO

L’UOMO COLTO – “Per me l’uomo colto non è colui che sa quando è nato Napoleone, ma colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui gli serve, e in due minuti”.
Quando muore una persona di un certo spessore, rimane un vuoto che non potrà essere colmato.
Nessuno può prendere il posto di un padre che muore, così di una madre o moglie o amante o figlia.
La persona vicino a noi che manca si porta via un pezzo del nostro cuore, lasciandoci nell’immenso, soli.
Perché è così che ci sentiamo!!! 
Anche Eco lascierà soli i suoi famigliari.
Umberto Eco, però era un filosofo, un letterato, un cultore della letteratura.
Disse pure che chi non legge vive solo una vita, la propria. Non viene a conoscenza di quello che il mondo fu e non potrà ipotizzare come sarà. Disse pure che la gente che prima parlava al bar adesso scrive sui social, anche senza conoscenza.
L’intelligenza, la cultura di cui ha sempre parlato Eco è anche l’intuizione che l’uomo colto riesce ad avere perchè ha le conoscenze.
L’ho conosciuto leggendo IL NOME DELLA ROSA,  pochi anni dopo che era stato pubblicato. Ora tutto quello che ha scritto, resterà, ma non avremmo più nuovi suoi pensieri, nuove intuizioni, nuove strutture di filosofia.
Il mondo della cultura avrà un vuoto. Il mondo della cultura ha perso un pezzo di cuore e sarà solo.

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Graziella Rulli Scritto con WordPress

IN ACQUA SALUS – KIWANIS VICTIMULA PAGUS BIELLA

Una serata interessante nella sede del KIWANIS VICTIMULA PAGUS, presso il Palazzo Ristorante Boglietti. Ospite l’archeologa Stefania Sartori di Biella con studi effettuati a Vercelli Pavia Milano. Attualmente collabora con l’Università di Milano per gli scavi a Tarquinia ed è responsabile di uno scavo vicino ad Arezzo. La dott.ssa Sartori, ha catturato l’attenzione dei convenuti e stupito i presenti, presentando lo studio dell’archeologia sui bagni termali dai romani alle terme di Oropa bagni. Il tema della serata era in acqua Salus. La presidente del club service, la dottoressa GRAZIELLA RULLI ha spiegato come la sigla SPA sia un acronimo latino, sanare per acquam. L’archeologa facendo vedere gli studi, ha dimostrato che già i romani avevano creato le cosiddette saune e i bagni turchi attualmente di moda presso molti centri spa. Si è ricordata la struttura di Oropa bagni, quando il dott GUELPA, aveva avuto l’idea e spinse la loro realizzazione. Numerosi i biellesi e non, che frequentavono e usufruivano del beneficio delle sue acque. In disuso e da tempo abbandonati, dispiace perché avrebbero potuto essere l’attrattiva del biellese.   

Mare e monti

Noi gente di mare, quando andiamo via ci portiamo dentro tanta nostalgia e avremmo voglia di avere davanti sempre l’azzurro del mare. Vorremmo ogni giorno aprendo la finestra vedere luccicare il sole e la sera, chiudendola, luccicare la luna. Eppure si va via, si parte e si lascia il mare, la libertà, il senso di infinito e ci si trova poi in un posto dove lo sguardo e chiuso dalla catena delle Alpi. Succede però una cosa inverosimile che sembrava prima impossibile, cioè ci si innamora anche di essi perché poi fan parte, diventano parte della vita, degli anni che proseguono. Si guarda la catena, anche se chiude lo sguardo e non fa vedere oltre. È un limite alla fantasia, limita l’immaginazione ma forse non la limita l’alimenta e aiuta ad immaginare ad avere sogni più grandi. Ecco forse perché amo le montagne, perché ho imparato ad amarle, perché mi spingono oltre. Mi danno lo slancio per poterle oltrepassare, arrampicandomi raggiungendo il valico e passando oltre  e tutto allora si dispiega e tutto diventa pianura. Ed ecco che la vita diventa più semplice! Ammiro adesso le montagne innevate, che fanno risplendere su di essi il sole che fanno luccicare su di essi  la luna. 


  

Festival di Sanremo

Hanno fatto scorrere un secolo e più con le Immagini di Vincitori del festival. Nello stesso tempo anche ricordavo i miei anni trascorsi. È inutile dire, criticare, rifiutare, il festival, anche perché ascoltiamo le canzoni e faranno comunque da cornice alla nostra vita.
Trasmesse in radio, accompagneranno i nostri momenti ed è inevitabile dopo, ascoltandole e magari chiudendo gli occhi, ricordare le nostre gioie e le nostre lacrime…

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Graziella Rulli Scritto con WordPress

TROY

Sto guardando TROY.
Il popolo greco con la propria storia, accattiva la mia attenzione, dando libero sfogo alla mia fantasia. Gli Dei che incontrano il terreno. Gli uomini che incontrano il divino.
Ecco TROY.
Storia di un mito, racconto di un popolo che eleva i suoi uomini. L’aspirazione a essere eroi, a essere glorificati, perché il loro nome non si disperda, non venga dimenticato.
Si scriveranno poemi che canteranno le loro azioni, che renderanno gloria al popolo degli Dei.

“Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
l’ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco
generose travolse alme d’eroi,
e di cani e d’augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l’alto consiglio s’adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de’ prodi Atride e il divo Achille…”

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Graziella Rulli Scritto con WordPress

PER LA SANTA CANDELORA, SE PIOVE O SE NEVICA, DALL’INVERNO SIAMO FUORI…

Mia madre aggiungeva
” fuori o non fuori, altri 40 giorni ci sono ancora… ”

C’è vento forte, fa un po’ paura.
È raro qui il vento.
La prima cosa che ho apprezzato, dopo i primi giorni che ero qua, é stata l’assenza del vento.
Il vento che si faceva sentire soffiando dal mare, alzava le onde e la notte faceva tremare le finestre.
Il vento che picchiava contro i vetri la pioggia.
All’improvviso la luce andava via.
Ricordo io mia sorella, mio padre e mia madre, seduti davanti al camino che illuminava i nostri discorsi e ci riscaldava, temprandoci dai brividi che i rumori facevano venire.
Ricordo che quando il temporale diventava eccessivo e faceva paura, mia madre accendeva la candela benedetta il giorno della Candelora.
Oggi la mia vicina Marika, mi ha portato appunto la candela benedetta.
Il vento stasera mi fa un po’ paura e così anche io ho acceso, illuminandomi anche con i ricordi.

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Il 2 febbraio la Chiesa cattolica celebra la presentazione al Tempio di Gesù (Lc 2,22-39), popolarmente chiamata festa della Candelora, perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”.

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Graziella Rulli Scritto con WordPress